La crisi dei chipset è alla fine? Le previsioni del CEO di Qualcomm

La crisi dei chipset è alla fine? Le previsioni del CEO di Qualcomm
Uno degli argomenti che abbiamo affrontato a più riprese – scalfendolo durante alcune riflessioni interne agli articoli sulla tecnologia più disparata – è sicuramente quello delle difficoltà riscontrate dai produttori in questi ultimi mesi. Fonte di grattacapi sono stati finora i chipset, elemento imprescindibile di ogni strumento tech, e non parliamo soltanto di computer, smartphone o tablet. No, i chipset sono ormai parte integrante della nostra vita, considerando che sono presenti praticamente ovunque, dal frullatore alla lavatrice, passando per il frigorifero. E sì, anche in smartphone, tablet, console da gioco e addirittura automobili. È chiaro dunque che, nel momento in cui la filiera produttiva di queste componenti va in affanno, le ripercussioni sono su larga scala. Lo abbiamo visto con Apple, che ha dovuto ridimensionare il proprio ordine di nuovi iPhone 13 di una manciata di milioni rispetto a quelli preventivati. E che dire di PS5 e Xbox Series X? Oggetto del desiderio di milioni di utenti, stentano a restare sugli scaffali per più di pochi minuti, vista la grande richiesta ma le difficoltà di approvvigionamento. La domanda, a questo punto, è una sola: andrà ancora avanti per molto questa situazione?

La fine della crisi è vicina

La risposta arriva da uno dei diretti interessati della vicenda, vale a dire il CEO di Qualcomm, Cristiano Amon. L'azienda statunitense, che tra le altre cose è tra i primi cinque al mondo nell'ambito della produzione dei chipset, nutre buoni feelings in vista del futuro immediato. Le sue previsioni sono di equilibrio tra domanda e offerta già nell'estate del 2022, cosa che porterebbe a un assestamento sul mercato a trecentosessanta gradi.

Ottimismo che vorrebbe essere contagioso, ma che deve però fare i conti con una situazione globale ancora altamente instabile. La diffusione di della variante Omicron, dall'altissimo tasso di trasmissibilità, potrebbe portare alla chiusura di fabbriche a causa di quarantene necessarie per evitare contagi di massa. E, in questo modo, incidere sulla produzione su larga scala, e quindi smentire le dichiarazioni di Amon. Le prossime settimane saranno quindi cruciali e, qualora il picco dei contagi dovesse arrivare a breve (o dovesse essere stato già superato), allora sì che si potrà tirare un sospiro di sollievo. E mettere quindi nel mirino un nuovo e fiammante iPhone 13 o una PS5 senza dover fare i conti con scorte limitate dei rivenditori.