Coronavirus e smartphone, l'epidemia minaccia l'uscita dei nuovi dispositivi?

Coronavirus e smartphone, l'epidemia minaccia l'uscita dei nuovi dispositivi?
È un periodo parecchio concitato quello attuale per il mercato degli smartphone. Con il MWC 2020, il Mobile World Congress, sostanzialmente alle porte (a Barcellona dal 24 al 27 febbraio), tanta è la curiosità di scoprire cosa riserverà il mercato della telefonia mobile nel corso dei prossimi mesi. Tra rumor, leak e indiscrezioni provenienti dai produttori, non manca di certo la carne messa sul fuoco. Resterà però da vedere quanta sarà la sostanza effettiva proposta ai consumatori e quanto invece il fumo generato inutilmente. Tiene banco però anche un'altra questione, che genera un bel po' di apprensione tra chi attende pazientemente i nuovi smartphone previsti sul mercato per i prossimi mesi. Parliamo del Coronavirus 2019-nCoV, responsabile al momento di oltre cento decessi e migliaia di contagiati in Cina. E diversi casi che sono stati registrati anche in altre parti del mondo, ben lontano dal continente asiatico. Un rischio di epidemia concreto quello che nelle ultime settimane ha preso sempre più forma. Non ha quindi sorpreso la decisione drastica da parte governo cinese di chiudere in isolamento contenitivo alcune zone del paese. E milioni sono i cittadini che sono praticamente prigionieri in balia del virus.

Frenata smartphone, il virus contagia anche il mercato?

Una situazione che, paradossalmente, non fa star sereni nemmeno i mercati. La chiusura forzata di fabbriche e strutture in Cina crea apprensione anche tra i vertici delle diverse compagnie, che al momento rischiano di dover rinviare l'uscita dei propri dispositivi. La presenza massiccia di forza lavoro – nonché di stabilimenti impegnati nella produzioni delle componenti necessarie – nelle aree messe in quarantena dal governo potrebbe costringere qualche produttore a spostare la release date di qualche smartphone. Non è al momento possibile fare stime precise in merito, visto che comunque parliamo di una quarantena che non ha una durata prefissata o prefissabile. Soltanto l'evolversi della situazione potrà delineare meglio una situazione che al momento appare critica. La volontà è chiaramente quella di arginare un fenomeno che rischia di avere conseguenze catastrofiche a livello globale, per evitare il ripetersi di un caso analogo a quello della SARS del 2003. E quando c'è di mezzo la salute delle persone, gli smartphone possono aspettare.