Anche un colosso del calibro di
Google non è impassibile di fronte alla minaccia del
Coronavirus. L'epidemia che sta interessando sempre più paesi in giro per il globo ha visto anche importanti dietrofront, a tutela della salute. Basti pensare al
Mobile World Congress 2020 che si sarebbe dovuto tenere soltanto una manciata di giorni fa,
annullato dagli organizzatori. Oppure dal PAX East 2020 di Boston, a cui Sony ha deliberatamente deciso di non partecipare per non mettere a rischio i propri dipendenti.
Tutti campanelli d'allarme per il mondo della tecnologia, che lasciano riflettere su quale potrebbe essere il futuro del settore.
Non sono poche le voci che vorrebbero il rinvio di qualche terminale, in virtù magari di problematiche di produzione.
Molte delle fabbriche che forniscono le componenti dei dispositivi sono infatti collocate nelle zone maggiormente colpite dal virus in Cina. E la decisione di chiudere in isolamento queste aree, e consequenzialmente anche le fabbriche al suo interno, potrebbe avere un impatto sull'economia nel medio-breve periodo.
Google pronta a spostare la produzione dei propri device?
C'è però chi sta già provando a studiare soluzioni alternative, per reagire alle problematiche commerciali innescate dal Coronavirus. È il caso di
Google, che parrebbe pronta a spostare la produzione dei propri device in Vietnam. Una scelta che, in fin dei conti, il colosso statunitense aveva già operato nel recente passato, per ovviare alle crescenti tensioni tra USA e Cina. Ma che gli eventi delle ultime settimane potrebbero accelerare inesorabilmente per riuscire a rispettare le scadenze autoimposte.
A essere interessati sarebbero i prossimi smartphone marchiati Google, rispettivamente Pixel 4a e Pixel 5. Sarebbe infatti stato fatto un sondaggio per capire l'effettivo costo di spedizione delle apparecchiature dalla Cina al Vietnam. Il produttore a stelle e strisce ha ancora margine di manovra, considerando le presentazioni dei dispositivi fissare rispettivamente ad aprile (nel primo caso) e nella seconda parte dell'anno (per quanto concerne Pixel 5).
Resterà da vedere se lidea di una manovra analoga potrà attecchire anche nelle menti di altri marchi maggiormente legati, per l'ambito produzione, alla Cina. Non è da escludere che anche altri colossi possano seguire – seppur provvisoriamente – le orme di Google e trasferire il parto dei device presso altri lidi. Nell'attesa che il tutto ritorni alla normalità e che il Coronavirus venga finalmente debellato.
Fonte