Temperatura colore luce: come scegliere

Temperatura colore luce: come scegliere

Il delicato equilibrio del design illuminotecnico risiede non solo nell'accurata pianificazione e nella scelta dell'illuminazione corretta, ma anche nel complesso tema della temperatura del colore. La temperatura del colore si riferisce alla tonalità percettiva della luce emessa da una sorgente illuminante.

Tale valutazione è espressa mediante unità di misura frazionate in gradi Kelvin (K), che variano da 1000 a 12000. L'aumento numerico della scala Kelvin corrisponde a una luminosità sempre più bianca o tendente al blu. Da un punto di vista pratico, la temperatura del colore non riguarda il calore effettivo prodotto dalla sorgente luminosa, ma piuttosto la tonalità della luce emessa.

È un concetto chiave nella progettazione illuminotecnica, che svolge un ruolo fondamentale nella creazione dell'atmosfera di un ambiente e nel determinare l'efficacia dell’illuminazione.

Variazioni di Bianco: Caldo, Naturale e Freddo

Nonostante sia comunemente utilizzato nelle applicazioni illuminotecniche, il bianco non rappresenta un'unica tipologia di luce ma è suddiviso in diverse tonalità basate sulla temperatura del colore.

La percezione cromatica della luce emessa da una sorgente luminosa può variare a seconda della temperatura del colore associata: precisamente, se la tonalità della luce è prossima ai toni del rosso, viene definita "luce calda", se la tonalità è prossima al bianco essa è considerata "luce naturale", mentre se tende al blu viene definita "luce fredda".

Queste diverse sfumature del bianco (pur mantenendo il medesimo colore base) possono influenzare notevolmente l'atmosfera e le funzionalità di un ambiente. La padronanza delle diverse temperature del colore bianco è quindi essenziale nella progettazione per ottenere il fine esperienziale desiderato, regolando al contempo l'illuminazione di un determinato spazio in base alla sua funzionalità.

Comprendere la scala della temperatura del colore in Kelvin

Le differenze nelle tonalità di luce bianca sono universalmente misurate attraverso la scala della temperatura in gradi Kelvin: basse temperature di colore, corrispondenti a valori tra i 2500K e i 3200K, rispecchiano toni caldi della luce con sfumature gialle o arancioni; al contrario, alte temperature di colore che si situano attorno a valori di 5000K o più, coincidono con la luce fredda, assumendo spesso una tonalità blu.

Per convenzione e normativa UNI 12464 in vigore, si definiscono come bianco caldo le luci con temperatura di colore inferiore a 3300K, bianco naturale quelle con temperature tra i 3300K e i 5300K, e bianco freddo quelle con temperature superiori a 5300K. Temperature inferiori a 2700K sono invece categorizzate come extra calde, e sono attualmente ampiamente impiegate per creare atmosfere intime e rilassate in vari tipi di strutture.

Temperatura colore: qual è la scelta giusta

La decisione della giusta temperatura del colore è fondamentale durante la progettazione di soluzioni illuminotecniche o semplicemente nella selezione di un dispositivo di illuminazione; in questo modo si contribuisce a definire l'atmosfera di un ambiente in maniera significativa.

In generale, temperature di colore calde sono solitamente preferite per promuovere un ambiente accogliente e tranquillo, con applicazioni comuni in abitazioni, ristoranti, bar e hotel. Nonostante ciò, queste tonalità possono causare affaticamento visivo, rendendo sconsigliabile il loro utilizzo in ambienti lavorativi o luoghi dove sia importante una visione cromatica accurata.

Per tali luoghi, viene di solito favorita una tonalità di bianco più naturale. La luce fredda, infine, con le sue tonalità di blu, riesce a creare un'atmosfera asettica, ideale per luoghi dove sia fondamentale enfatizzare una sensazione di pulizia e freschezza, come bagni, cliniche, e laboratori.